la storia e i consigli di Sonia Dagotor, best seller Kobo

Sonia Dagotor è un’autrice indipendente per cui “sensazionale” è il termine che meglio descrive il riscontro che ha avuto e sta avendo con i lettori Kobo. Ha cominciato da scrittrice con una trilogia, a cui si dedicava la sera nonostante una routine lavorativa e familiare più che piena.
Si è ritrovata letta da migliaia di lettori, ha continuato a scrivere, ha vinto qualche premio, ha pubblicato con una casa editrice, non ha abbandonato il self-publishing, e nel 2020 il suo ultimo libro, Sortez-moi de là, è risultato primo nella classifica internazionale di KWL e secondo nella classifica generale di Kobo in Francia.

Oggi esce Tutto può succedere, il primo libro di Sonia tradotto in italiano. L’abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza.   

Tutto può succedere si inserisce in un genere che in Francia ha un grande successo, il “feel good”. Cosa ti ha portato a diventare una scrittrice specializzata in questo genere letterario? 

Quando ho iniziato a scrivere volevo innanzitutto divertirmi, poiché sapevo che così sarebbe stato più probabile che anche i miei futuri lettori si sarebbero divertiti a loro volta nello scoprire le mie storie. Ho scelto di scrivere romanzi appartenenti al mio genere preferito. Volevo, inoltre, che i lettori potessero identificarsi facilmente nei miei protagonisti. E credo di esserci riuscita.

Soffermiamoci sull’attività della scrittura: come lavori da scrittrice, rivedi il tuo testo molte volte prima di arrivare alla stesura definitiva? Collabori sempre con un editor?

Ho un metodo tutto mio. Prima di cominciare a scrivere so già come inizierà la storia e anche come finirà, più o meno. E ho ben chiaro in mente il messaggio che voglio trasmettere ai lettori. Poi, mi lancio. Scrivo a “scaletta”, vale a dire che scrivo qualche pagina e poi la mando direttamente alle mie beta-lettrici, che devono dirmi al più presto se ho stuzzicato la loro curiosità, se riesco a emozionarle, se quanto ho scritto ha un buon ritmo, secondo loro, e se giudicano la storia accattivante e divertente. Il giorno seguente rivedo il testo tenendo conto delle loro opinioni e, se necessario, lo modifico. Quando ho terminato la stesura, rileggo tutto per l’ultima volta prima d’inviarlo alla mia correttrice di bozze. 
Dall’anno scorso i miei romanzi vengono pubblicati da una casa editrice. Quindi, una volta terminata la stesura di un romanzo, sono consapevole che c’è ancora tanto lavoro da fare per migliorarlo ulteriormente.

Da autrice indipendente, sei riuscita a scalare le classifiche Kobo in Francia con più libri. Cosa hai fatto per assicurarti che, una volta pubblicati, i tuoi libri raggiungessero i tuoi potenziali lettori? Hai investito molto in marketing?

Se devo essere sincera, non lo so di preciso. Credo di aver avuto molta fortuna. L’anno scorso, all’inizio di gennaio, ho pubblicato su Kobo “Un anniversaire au poil” (la traduzione in italiano verrà pubblicata a giugno, e il romanzo si intitolerà “Un desiderio speciale”). Poi, a inizio aprile, ho pubblicato un altro romanzo: “Sortez-moi de là !” (in italiano sarebbe “Fatemi uscire da qui!”). Non so come sia potuto accadere che io sia arrivata seconda nella classifica delle vendite del 2020. Per quanto riguarda il terzo romanzo, è stato pubblicato da un celebre editore francese ed è apparso su Kobo a fine giugno. Inoltre, la versione originale francese di “Tutto può succedere” si trova al primo posto in classifica proprio ora, mentre sto scrivendo queste risposte. Sono convinta che se un lettore ama un libro, avrà fretta di scoprire tutte le altre storie scritte dallo stesso autore. Sono stata molto fortunata anche a poter collaborare con Camille, la mia fata di KOBO WRITING LIFE in Francia, che mi ha dato la possibilità d’inserire i miei titoli nelle offerte speciali, guadagnando così una buona visibilità e, conseguentemente, anche molti lettori.

Come è nato “Tutto può succedere”, e come mai hai scelto proprio questo libro per inaugurare il tuo catalogo in italiano?

“Tutto può succedere” è nato da una conversazione telefonica con la mia migliore amica, che si chiama Elisa. Avevo appena terminato la stesura del mio quarto libro, e stavo già pensando al prossimo. Elisa è nata nella mia mente proprio al termine di quella telefonata, non appena ho riattaccato. 
Ho scelto questo libro perché è quello che ha riscontrato maggior successo in Francia e anche perché, in alcuni passaggi, la storia si svolge in Italia. Più precisamente nel mio paese d’origine: a Casalvieri e dintorni.

Come hai trovato il traduttore a cui affidare le traduzioni dei tuoi libri in italiano?

Ho conosciuto Veronica Todaro su Facebook: questa è la magia dei social networks. Inizialmente, l’ho contattata per curiosità. Ero convinta che il prezzo di una traduzione sarebbe stato troppo elevato per le mie tasche. Erano anni che la mia famiglia mi chiedeva di far tradurre i miei libri. Dopo uno scambio di messaggi con Veronica, abbiamo trovato un accordo. Sono contentissima, perché l’anno prossimo i miei lettori italiani avranno l’opportunità di scoprire la maggior parte delle mie storie. Veronica fa un ottimo lavoro. É la mia fata della traduzione. Anche lei è una scrittrice: è l’autrice di un romanzo intitolato “L’abisso del mito”.

Basandoti sulla tua esperienza di anni, considerando il tuo successo, guardando col senno di poi sia alle cose fatte bene che a quelle che pensi avresti dovuto fare diversamente, quali sono i 3 consigli principali che ti sentiresti di dare a un altro autore indipendente?

Innanzitutto, di far sì che scrivere sia un piacere. Questo è un requisito indispensabile per poter offrire ai lettori un testo di qualità. Il mio consiglio è quello di scrivere il romanzo che ci piacerebbe leggere, se fosse scritto da un’altra persona. Senza mai perdere di vista i propri desideri e obiettivi. Poi, di non esitare ad affidarsi a professionisti per quanto riguarda la correzione del testo e la creazione della copertina. E, per finire, di metterci tutta la forza di volontà, la perseveranza e la speranza, perché tutto può succedere, soprattutto le cose migliori.

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