IL GENERE FANTASY E SCRIPTA, UN PORTALE PER GLI SCRITTORI

Tiziano Ottaviani ha pubblicato Saga: La ragazza di Woodenvale tramite Kobo Writing Life. Saga è un fantasy, un low fantasy per la precisione, ed è anche un progetto di 6 libri.
Abbiamo deciso di scambiare due parole con Tiziano non solo per avere qualche suggerimento sull’avere a che fare col genere fantasy, ma anche per parlare di Scripta, un portale che ha fondato nel 2017 e che mira a fornire agli scrittori una fonte di informazione e pratica multiforme: da materiale divulgativo a servizi editoriali, da spazio per la pubblicazione di propri scritti a occasione di pratica con l’attività di “Open Writing”: Scripta è tutto questo, e il nuovo sito vedrà la luce proprio questa domenica, il 23 marzo.

Hai alle spalle studi di regia e sceneggiatura, e hai fondato un sito, Scripta, per dare uno spazio alla tua passione per lo storytelling e per la narrazione. Come è nata, da scrittore, la scelta del genere fantasy in particolare?

Innanzitutto voglio ringraziare Kobo per questa bellissima occasione! Dunque, il fantasy mi ha accompagnato sin da bambino e, a mio modesto parere, possiede un valore aggiunto che lo differenzia da altri generi che, se utilizzato bene, è davvero significativo: la capacità di veicolare messaggi importanti a un pubblico molto vasto. Per me il fantasy (ma tutta la narrativa di genere, in realtà) non è e non deve essere mai visto come puro e mero escapismo, quanto più come uno strumento per invitare chi legge a riflettere sui limiti e sui problemi della nostra realtà, che sia presentandone un ribaltamento o rendendola un’iperbole.

Quali sono gli autori fantasy che consiglieresti di leggere a chi, come te, scrive e pubblica libri di questo genere?

Non posso rispondere a questa domanda senza una piccola premessa. Saga è un fantasy “adulto”, pertanto non si fa scrupoli ad affrontare temi complessi in maniera cruda e realistica. Per quanto molti abbiano associato l’opera al genere “grimdark” io credo che sia più che altro un generico Low Fantasy, o almeno lo voglio sperare! Di autori che scrivono fantasy di tipo “realistico” ce ne sono diversi. Oltre l’inflazionatissimo George Martin mi sento di consigliare anche Joe Abercrombie, con la trilogia della Prima Legge e Un Piccolo Odio, I libri della saga di Geralt di Rivia scritti da Andrzej Sapkowski e Ballata di Fango e Ossa, dell’italianissimo Luca Ferrero. Ah, poi il mio consulente narrativo ha detto che il mio Worldbuilding ricorda quello di Steven Erikson e del Libro Malazan dei Caduti, io non ho ancora letto la saga ma mi fido di lui, quindi lo consiglio! 

Da un punto di vista prettamente pratico, “artigianale”, come hai lavorato alla creazione di “Saga: La Ragazza di Woodenvale” e alla sua stesura?

È stata lunga e sofferta! La prima stesura di Saga è iniziata nel Maggio 2015, dopo che il progetto di una vecchia saga fantasy che portavo avanti da sei anni era naufragato del tutto (l’ho inserito come “easter egg” all’interno del romanzo) a causa di troppi problemi. Mi sono detto che dovevo ricominciare da capo, con qualcosa di più personale, emotivo e relativamente “semplice”, una semplicità che mi è costata comunque cinque anni di lavoro! Così ho iniziato a scrivere la storia di getto, senza un Worldbuilding definito, partendo da un’idea che, tutto sommato, è stata mantenuta: raccontare il viaggio di una ragazza comune, non di un’eroina fatta e finita, non di una campionessa, ma di una persona normale all’interno di un mondo che le è totalmente ostile. Il romanzo è cambiato parecchio dalla sua prima versione, è stato rilavorato un numero impressionante di volte (credo che abbia superato le centinaia di revisioni) e nel mentre ho iniziato a definire meglio tutto il Worldbuilding della mia ambientazione pezzo per pezzo. Il resto, poi, è stato un continuo “trial and error”, molte persone hanno letto varie versioni di Saga, fino ad arrivare all’editing vero e proprio dei ragazzi di Scripta (che non smetterò mai di ringraziare), senza i quali molte cose, oggi, non sarebbero le stesse. In generale, un consiglio che mi sento di dare agli scrittori è quello di far leggere a quante più persone possibili il proprio testo. Meno queste persone vi conoscono e meglio è, sappiatelo! Non siate mai troppo gelosi del vostro lavoro e siate pronti ad accettare le critiche, soprattutto quelle che non vi faranno dormire la notte! 

Nel 2017 hai fondato Scripta: qual è l’idea alla base di questo portale, e che servizi offre oggi a chi pratica la scrittura?

Dunque, Scripta è una realtà che si è generata e ampliata pian piano. Partita anche lei come qualcosa di molto diverso, oggi ha una direzione piuttosto chiara, ovvero quella di offrire spazi, servizi e strumenti (noi le chiamiamo le “Tre S di Scripta”, ahah) agli aspiranti scrittori che si approcciano per la prima volta a questo mondo all’apparenza semplice, ma in realtà molto complesso. Ciò che offriamo parte da una mera divulgazione, come articoli su argomenti specifici legati alla scrittura creativa, fino a veri e propri servizi come il beta reading e le schede di valutazione (stiamo lavorando anche a servizi di editing e consulenza, ma per adesso è ancora tutto work in progress). In più, se gli autori lo desiderano, possono usufruire del sito per pubblicare i loro racconti e lavori, oppure partecipare alle iniziative di Open Writing, un progetto che, almeno in questi termini, è presente solo su Scripta! Per quanto riguarda, invece, l’idea alla base del progetto, potrei riassumerla in qualcosa di molto semplice. Si vive nella convinzione che scrivere sia solo una virtù, un’ispirazione, un’arte “libera”, ma tutte le opere d’arte necessitano sempre di una base tecnica e metodica molto forte. La musica non esisterebbe se non si sapesse decifrare un pentagramma con le sue note, allo stesso modo i dipinti non si potrebbero realizzare senza una forte conoscenza delle tecniche pittoriche, dell’anatomia e delle teorie sul colore. Per quale motivo la scrittura dovrebbe funzionare in maniera diversa? Oltre alla grammatica, Scripta aiuta gli aspiranti scrittori a scoprire e a comprendere i principi della Narratologia, ovvero lo studio dei meccanismi narrativi presenti in molte delle nostre storie preferite, un ramo didattico relativamente “nuovo” qui in Italia. 

Qualche progetto per il futuro di cui ti piacerebbe parlarci?

Allora, come accennato prima sto lavorando assieme a un consulente narrativo per ridefinire ancora meglio il Worldbuilding e il “Progetto Saga” (che, almeno idealmente, comprenderà sei libri). Siamo già a un buon punto con la costruzione dell’Arco Drammatico del secondo romanzo “I Canti di Runaljordh”, che spero di riuscire a pubblicare già l’anno prossimo (ma non voglio ufficializzare niente, ahah). In più, come hai accennato nella prima domanda, sto portando avanti il mio lavoro di sceneggiatore non su un prodotto filmico, ma su un videogame che (si spera) vedrà la luce tra circa due anni. Inoltre ho in mente anche qualche altro romanzo, oltre Saga, che mi piacerebbe scrivere, uno di genere fantascientifico (di cui ho scritto già qualche capitolo) e l’altro di genere horror, ma per adesso preferisco non parlarne, essendo ancora progetti molto embrionali. Sicuramente la realtà Scripta sarà quella che, tra tutte, evolverà più velocemente e in maniera più evidente, pertanto se vorrete seguirci oltre che sul sito anche sui nostri social, ne vedrete presto delle belle! 

Un pensiero riguardo “IL GENERE FANTASY E SCRIPTA, UN PORTALE PER GLI SCRITTORI

Rispondi