Il ritmo narrativo: dai un tempo alla tua storia

Approcciandoti alla scrittura del tuo libro e confrontandoti con il tuo editor, sicuramente ti sarà capitato di discutere di un tema caro a tutti gli scrittori e a tutte le scrittrici: il ritmo narrativo. Quella montagna da scalare che spesso incute timore, ma che all’atto pratico risulta essere una delle tante componenti che contribuiscono a rendere un testo scritto, un grande libro.

Indice

Tempo della storia e tempo del racconto

Bisogna partire da una differenza sostanziale tra quello che è il tempo della storia e quello che invece viene definito tempo del racconto:

  • Il tempo della storia è il tempo reale in cui si svolge la storia. Che significa? Che all’interno del tuo testo sono presenti riferimenti ben precisi che servono a delimitare e confinare tutto l’arco narrativo in una porzione di tempo ben preciso. L’esempio classico per comprendere di cosa stiamo parlando è ne I promessi sposi, con l’inizio della vicenda fissato dall’autore all’inizio del novembre del 1628, e con un proseguimento delle vicende nei due anni successivi.
  • Il tempo del racconto invece consiste nello spazio che impiega l’autore a raccontare le vicende. Quanto dev’essere lungo un libro non è un dato stimabile in senso assoluto, ma il numero di pagine dedicate al concludersi delle vicende rientra nel calcolo del tempo del racconto.

Ritmo narrativo, cos’è e tipologie di ritmo

In maniera molto didascalica, possiamo definire come ritmo narrativo il rapporto tra il tempo della storia e il tempo del racconto. Ovviamente questo comporta la possibilità per l’autore di comprimere o dilatare la narrazione a seconda del suo gusto personale e delle scelte stilistiche effettuate.

  • Un ritmo lento si utilizza in quei libri in cui è necessario accompagnare in maniera delicata il lettore verso la conclusione. Si presta molto alla narrativa fantasy, in cui ci sono forti sequenze descrittive. Oppure alle autobiografie, in cui bisogna ripercorrere passo per passo ogni evento narrato.
  • Un ritmo veloce invece, in cui il tempo del racconto si libera di descrizioni ampie e dialoghi marcati, si presta per fare spazio a sequenze in cui l’azione è al centro. Una tipologia, questa, che si adatta molto a generi come il giallo e il thriller, in cui la tensione è sempre molto alta e con un ritmo più sostenuto si riesce a tenere il lettore incollato alle pagine del libro.

Quando accelerare e quando rallentare il ritmo narrativo

Un buon autore e una buona autrice si riconoscono dalla capacità di mescolare sapientemente tutte le possibilità che l’arte dello storytelling ha consegnato tra le loro mani, e lo stesso discorso vale anche con il ritmo. Nello stesso libro infatti possono convivere, anzi devono convivere, sequenze lente e sequenze più veloci. 

  • Dovrai accelerare quando sentirai bisogno di creare suspense, di immergere il lettore prepotentemente nella scena con un clima di forte tensione, e quando c’è bisogno di tagliare passando velocemente a una sequenza nuova.
  • Dovrai rallentare quando senti il bisogno di spiegare. Abbiamo detto che un ritmo veloce si presta a generi come il giallo e il thriller, ma anche in romanzi di quel tipo c’è spazio per sequenze dal ritmo lento, specialmente nei finali dove la conclusione del caso comporta il mettere tutte le tessere della trama al proprio posto. Oppure ancora, quando c’è bisogno di rimandare, far salire l’acquolina in bocca al lettore che si trova costretto a sfogliare continuamente le pagine in cerca della soluzione.

La capacità più importante di una scrittrice e di uno scrittore sta nel saper leggere il tempo, capire quando è il momento di respirare e quando invece bisogna correre in apnea verso l’obiettivo. Solamente il giusto mix di tutto questo ti restituirà il ritmo perfetto.

Tempo narrativo, tecniche di scrittura

Ovviamente, come in tutte le cose fatte bene, c’è bisogno di studio e della capacità di padroneggiare una serie di tecniche che la scrittura mette a tua disposizione. Cominciamo da come si rallenta il tempo di una storia:

  • Attraverso i flashback e i flashforward, inserendo una pausa durante la narrazione in cui si punta il focus su un evento del passato, oppure del futuro.
  • Inserendo delle descrizioni che però non devono essere uno stratagemma per perdere tempo. La descrizione, infatti, ha finalità logiche e narrative ben precise che consistono nel fornire al lettore tutte quelle informazioni di contesto che hanno l’obiettivo di arricchire quel concetto di sospensione dell’incredulità di cui abbiamo già parlato.
  • Utilizzando monologhi interiori che riescono a far entrare il lettore nella psicologia del personaggio.

Per capire invece come si velocizza una storia, dobbiamo fare affidamento ad alcune tecniche ben precise:

  • Il cliffhanger, che consiste sostanzialmente nel lasciare in sospeso un evento, un dialogo, uno scontro importante all’interno del testo, costringendo il lettore ad andare avanti nella lettura per capire come si evolverà la situazione.
  • L’utilizzo di dialoghi in botta in risposta. Una tecnica molto utile quando c’è bisogno di aumentare la tensione ed entrare con forza nella scena.
  • Iniziare a raccontare qualcosa in medias res, introducendo il lettore alle vicende senza partire, come normalità vuole, dall’inizio, ma da un punto più avanzato degli eventi, immergendolo sin dalle prime in una vicenda che è già in una fase avanzata e che per essere compresa ha bisogno di uno sforzo cognitivo.

A tutto questo vanno aggiunti l’uso sapiente e studiato della punteggiatura e il modo in cui deciderai di costruire i periodi. L’insieme delle tecniche viste poco sopra e del tuo personale modo di scrivere, ti consentiranno di raccontare una storia scandendo il tempo esattamente nella maniera di cui hai bisogno.

Che altro aspetti? Va’ e scrivi il tuo libro. Una volta concluso, pubblicare il tuo ebook sarà semplicissimo.

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