Delle figure retoriche in generale abbiamo già parlato nelle pagine di questo blog proponendo una panoramica ampia di tutti quegli strumenti del parlare che una scrittrice o uno scrittore dovrebbe possedere per dare forma al proprio libro. Se non l’hai ancora letto consulta prima Tutte le figure retoriche: quali sono e come distinguerle con esempi.
Quelle che oggi vedremo nel dettaglio sono invece le figure retoriche di significato. Capiremo insieme cosa sono, qual è la loro funzione, e analizzeremo alcuni esempi presenti in letteratura per comprendere al meglio come utilizzarle.
Indice
Cosa sono le figure retoriche di significato
Partiamo dalla definizione per comprenderne meglio la funzione: parliamo di figure retoriche di significato, o semantiche, quando queste intervengono, come è facilmente intuibile, sul significato delle parole, intensificando il valore letterario del termine e attribuendone uno nuovo.
Più semplicemente, si ha una figura retorica semantica quando c’è un mutamento di significato rispetto all’utilizzo consuetudinario della parola scelta.
Esempi di figure retoriche di significato
Vediamo insieme alcuni esempi di figure retoriche di significato:
- Allegoria, che si manifesta quando un significato astratto è espresso nel testo attraverso un’immagine concreta. Il leone, la lupa e la lonza presentate da Dante nella Divina Commedia sono forse l’esempio più celebre.
- Antifrasi, si ha quando il significato di una parola o di una frase, risulta opposto rispetto a quello che assume di solito. È utilizzata moltissimo per dare un taglio ironico al testo.
Ottimo Lavoro – sentenziò con fare sbeffeggiante.
- Antitesi, quella figura retorica che fa leva sulla contrapposizione dei due termini proposti.
Pace non trovo, et non ò da far guerra nel famoso sonetto di Petrarca ne è un esempio.
- Eufemismo, consiste nell’attenuare il significato della parola che si intende scrivere, perché ritenuto troppo volgare, sciocco, offensivo oppure pesante. Passare a miglior vita per indicare la morte, ad esempio.
- Iperbole, figura retorica di significato che viene utilizzata per amplificare (per eccesso o per difetto) la descrizione della realtà. Quivi parendo lontana a Rinaldo mille miglia, di Ariosto.
- Litote, si ha quando ad un’affermazione troppo cruda, si sostituisce la negazione del contrario. Non mi sento troppo bene, nel significato di “stare male” ne chiarisce sicuramente la definizione. In letteratura un esempio lo troviamo in Foscolo quando in A Zacinto scrive onde non tacque.
- Metafora, che non va confusa con l’allegoria perché quest’ultima rimanda il significato e la comprensione su un piano concettuale, mentre nella metafora abbiamo la sostituzione di un termine in favore di un altro simile per valore, al fine di amplificare il carico espressivo della frase. Anche un uomo tornava al suo nido di Pascoli, dove nido si sostituisce al termine casa, ne è un chiaro esempio.
- Metonimia, ovvero la sostituzione di un termine con un altro, che ha con il primo un rapporto di vicinanza. Ad esempio quando si usa la parola ferro per indicare la spada. Oppure leggere Pirandello, per indicare le opere dell’autore.
- Ossimoro, si ha in seguito all’accostamento di due termini di senso contrario o in antitesi tra loro. E ‘l naufragar m’è dolce in questo mare di Leopardi è emblematico in questo senso.
- Personificazione, con l’attribuzione di caratteristiche e tratti umani, ad animali o cose. La fortuna bussò alla mia porta.
- Similitudine, che si manifesta come paragone tra due o più entità presenti nel testo. Al contrario della metafora che non ne ha ha bisogno, è introdotta dall’utilizzo di avverbi. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie di Ungaretti ci mostra chiaramente come poter utilizzare questa figura retorica di significato.
- Sineddoche, molto simile alla metonimia di cui abbiamo parlato qualche riga fa. Al contrario di quest’ultima però, che si basa su una relazione di carattere qualitativo tra i due termini, nella sineddoche la relazione è di tipo quantitativo. E quando la fatal prora d’Enea per tanto mar la foce tua cercò nell’Eneide ne è un esempio. “Prora” in questo caso assume il significato di “nave”.
- Sinestesia, con l’accostamento di due o più termini appartenenti a sfere sensoriali differenti. Sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero, in questi versi di Quasimodo ne abbiamo un esempio in chiusura.
Queste sono le principali e più utilizzate figure retoriche di significato. Il consiglio che ti diamo, specialmente se stai lavorando al tuo primo ebook, è quello di non esagerare cercando di inserirle tutte a ogni costo. La bravura di uno scrittore sta nel saper riconoscere gli strumenti più adatti alle sue esigenze.
Studia, impara dai grandi autori, e poi pubblica il tuo libro con Kobo Writing Life, da autore indipendente. Vuoi sapere come funziona e quali vantaggi ha? Leggi il nostro articolo dedicato e scopri se fa per te!