Abbiamo il piacere di ospitare sul blog di Kobo Writing Life Paola Camberti, autrice indipendente di romanzi rosa. Il 27 maggio uscirà il suo nuovo romanzo Il mio miglior nemico, già preordinabile online. In questa occasione parleremo con Paola, a cui diamo il benvenuto, della sua esperienza nel genere rosa, di self publishing e di scrittura in generale.
Parliamo di processo creativo: cosa innesca la tua scrittura?
Una volta scrivevo quando mi andava o mi venivano delle idee, ma ora che pubblico assiduamente mi rendo conto che è importante avere autodisciplina, soprattutto quando non hai qualcuno che ti dia delle direttive e delle scadenze. Mi impongo degli orari e li seguo. L’ispirazione, invece, viene prima di cominciare a scrivere: prendo appunti, annoto quello che voglio dire, nomi, personaggi, in modo tale che, quando sono davanti al pc, so già cosa raccontare, perché ho già un’idea. Mi sono costruita una mia personale routine: accendo il pc, apro word e scrivo.
Per approfindire: In cerca d’ispirazione? 11 abitudini e spunti per ritrovarla.
Sei una assidua lettrice? Se sì, quali generi e autori o autrici preferisci? Quali sono i tuoi punti di riferimento come scrittrice?
Mi piace molto leggere, leggo tanto e di tutto. Ci sono degli scrittori che seguo più assiduamente, ma mi piacciono anche thriller, biografie e saggi. Come autori ammiro molto Georges Simenon, Charlotte Brontë, Jane Austen, ma l’autrice che mi ha dato l’impulso per scrivere è Nora Roberts. Lei scrive romanzi rosa, ma anche romantic suspense, genere che a me piace molto. Ho scritto infatti una serie che unisce il romanzo rosa al poliziesco, la Serie Donovan. Mi piacciono anche le commedie romantiche, come quelle di Sophie Kinsella.
Scrittura e pubblicazione sono due cose ben diverse. Pubblichi molto, ma, oltre a questo, scrivi anche per te stessa?
Una volta scrivevo molto per me, come per i miei primi due libri di fantasy. Quando nel 2012 ho scoperto l’autopubblicazione per me è stata una rivelazione. Li ho pubblicati, non riscontrando inizialmente molto successo. Anche per questo per un periodo ho lasciato la scrittura, dedicandomi al mio lavoro di grafica pubblicitaria. Oggi invece tutto quello che scrivo è mirato alla pubblicazione.
Cosa ti ha portato a decidere di pubblicare? C’è stato un evento particolare o è stato qualcosa di spontaneo?
Nel febbraio 2015 è successo qualcosa che ha cambiato tutto: mi sono rotta il tendine, quindi dopo un’operazione sono stata obbligata a star ferma per molto tempo. Totalmente immobile, sono stata presa da una frenesia folle, così mi sono detta che entro quel dicembre avrei dovuto pubblicare quattro libri. E così ho fatto, in soli quattro mesi.
Sono ripartita da una serie di romantic suspense, romanzi rosa con un risvolto poliziesco, la Serie Donovan. Contemporaneamente ho scritto un romanzo rosa con protagonista un cowboy, Amare un cowboy.
Ho cominciato a scrivere tanto, l’anno successivo, nel 2016, ho scritto il mio numero massimo, ben 13 libri. Ora mi fermo a cinque o sei, che potrebbero sembrare tanti, ma avendo incorporato la scrittura nella mia routine, ottimizzando la mia giornata, non lo sono.
Come ti sei avvicinata al self-publishing e, a distanza di anni, cosa pensi di questa modalità di pubblicazione?
Questo è il miglior periodo per qualsiasi scrittore: non bisogna passare per l’approvazione di nessuno, se non da quella del lettore. Quando ho ripreso a scrivere, la sera stessa dopo essere andati online, erano stati venduti tutti e quattro i libri pubblicati. Di lì ho venduto diverse copie, si potrebbe dire che ho iniziato con il botto. Non ci credevo perché erano i primi, c’erano anche degli errori di editing, essendomici dedicata io. Questo fa capire che è la storia ad avere valore.
Ho continuato a scrivere altre storie d’amore, pubblicando anche su Kobo e altre piattaforme. Oggi penso che ho fatto bene perché ho conosciuto un nuovo pubblico. Molte lettrici mi scrivono tutt’oggi chiedendomi quando farò uscire il mio ultimo romanzo su Kobo.
Personalmente credo che serva mettersi dalla parte del lettore: se non conoscessi lo scrittore avrei titubanza ad acquistare un suo libro. Per questo, quando ho cominciato, la mia idea era di renderlo disponibile gratuitamente. Tuttavia la piattaforma a cui mi appoggiavo allora non lo permetteva. Oggi le cose sono diverse e, a distanza di pochi anni, ci sono molte più informazioni su questo mondo rispetto a quando ho cominciato.
Se sei in cerca di idee per la promozione leggi: Promuovere un ebook, come farlo da self publisher (e non solo).
Cosa diresti agli autori che sono indecisi rispetto al self-publishing?
Io lo consiglierei assolutamente a qualcuno che volesse pubblicare, per varie ragioni. La prima è perché è veloce. Nella pubblicazione tradizionale con una casa editrice, ammesso che il libro venga perso in considerazione, passano dei tempi biblici. Non fa per me.
È il canale giusto se, come me, si desidera avere completa gestione del libro, dalla scrittura alla pubblicazione. Mi è anche capitato di essere stata contattata da una casa editrice dopo le prime pubblicazioni. Tuttavia mi sento indipendente, lavoro infatti da sempre come freelance. Ad esempio, realizzo personalmente le copertine, essendo anche grafica. Certamente bisogna imparare delle cose tecniche, se si sceglie di fare tutto da soli, ma si può decidere anche di delegare a delle persone. Oggi mi occupo di tutte le fasi, a eccezione dell’editing.
Lo consiglierei a chiunque abbia un libro nel cassetto e sogni di pubblicarlo. Io certamente all’inizio avevo paura del giudizio, ma poi mi sono resa conto che siamo noi stessi a creare questo tipo di paure: il peggio che può succedere è che la gente non compri il libro o che la prima pubblicazione non piaccia. Questo può succedere, ma tutto viene ripagato quando anche una sola persona ti dice “Mi è piaciuto”. A quel punto, ne sarà valsa la pena. Io non me ne sono mai pentita e se tornassi indietro lo rifarei.
Inoltre, a meno che tu non sia uno scrittore che fa tantissime vendite, la casa editrice non può assicurarti gli stessi guadagni del self publishing.
Indubbiamente non siamo tutti uguali, ci sono delle ragioni che possono far propendere per la pubblicazione tradizionale, ma sicuramente non esiste una bacchetta magica. Altrimenti tutti i libri pubblicati tradizionalmente diventerebbero best seller, e non è così.
Editing, correzione di bozze: chi se ne occupa per i tuoi ebook? Fai tutto da sola o ti affianchi a professionisti?
Ho la fortuna invece di poter affidare l’editing a due persone di fiducia, mia sorella e un’amica, che hanno questa competenza. È una fase importante.
Cosa pensi caratterizzi un buon romanzo rosa e cosa consiglieresti agli autori e alle autrici che vogliono approcciarsi a questo genere?
In un romanzo rosa si deve capire subito chi sono i due protagonisti. Nel primo capitolo si incontrano e si piacciano, poi però deve succedere qualcosa che li divide, ad esempio un conflitto o una separazione non voluta, come la lontananza. Questo è quello che ho imparato e sto ancora imparando sulle caratteristiche di un buon romanzo rosa. Andando avanti nella trama, si supera il conflitto, quasi sicuramente. C’è sempre un acceso dibattito circa il lieto fine nel romanzo rosa. Secondo alcuni, senza il lieto fine un romanzo rosa non si definisce tale. Non so se sia vero oppure no, ma solitamente mi ci attengo, per cui alla fine dei miei libri i protagonisti si riuniscono nel “vissero felici e contenti”. Il romanzo rosa del resto è un modo per sognare. Anche mia mamma li leggeva, le piacevano i romanzi di Liala, una scrittrice del XX secolo.
In ogni caso, secondo me, una cosa che dà valore a una creazione, che sia un libro, un film o musica, è il fatto di trasmettere emozioni. Questo vale soprattutto per un romanzo d’amore. Non è mai scontato.
Hai un confronto con i tuoi lettori e le tue lettrici? Se sì, attraverso quali canali?
Io comunico tramite Facebook, aggiorno i lettori e le lettrici sulle uscite, faccio dei post che riguardano i nuovi libri. Mi scrivono anche dei messaggi privati. Sono capitate anche delle critiche, succede, ma nessuno spinge una persona a contattarti, e questo mi piace molto. Il bello è che è un canale diretto, non ci sono filtri, possono dirmi quello che pensano. Solitamente si tratta sempre di feedback positivi.
Quando ho pubblicato il primo, una lettrice mi ha scritto di essersi emozionata. Ultimamente ho ripreso la serie romantic suspense, quella che ha dato inizio a tutto, e ho ricevuto un messaggio da una ragazza su Facebook: “Tu non sai cosa significhi per me poter leggere un altro libro di questa serie”. Sapere che c’è anche una sola persona così entusiasta è bellissimo. Sono sensazioni impagabili.
Il 27 maggio uscirà il tuo nuovo romanzo Il mio miglior nemico, già preordinabile online, da cosa è nata l’idea e cosa aspettarsi dalla protagonista?
In questo romanzo, la protagonista è una ragazza molto in gamba che perde il lavoro. Si trova in una situazione nuova e incontra il protagonista maschile. Non è solo un romanzo d’amore, ma c’è anche il tema dell’amicizia: nella storia ci sono anche le amiche della protagonista che, a loro volta, vivono delle storie. Mi sono ispirata molto liberamente a Sex and the City, serie televisiva che mi piaceva tantissimo. Ho anche in mente di scriverne un’altro in cui la protagonista sarà proprio una delle amiche.
Ti piace scrivere romanzi rosa? Leggi gli spunti KWL per una trama appassionante nell’articolo dedicato al genere.